Confraternita di San Giuliano Martire
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IL MARTIRIO

SAN GIULIANO
IL  MARTIRIO

Per quando rigurda il Martirio di San Giuliano Martire iniziamo con il dire che l'esercito di  Daciano nel tornare a Sora  portò il Santo in prigione , la prigione era fuori le mura della città di Sora , la località viene detta Vallefredda .
Analizzando la zona di Vallefredda ne esistono ancora oggi due,una nella zona di Sora sotto l'Ospedale , zona oggi che chiamiamo Campopiano, ed un'altra in località Arpino molto distante dalla roccaforte  di Daciano
VALLEFREDDA  ZONA  DI SORA

VALLEFREDDA  ZONA  DI  ARPINO
Il Tuzi e successivamente il Carbone parlano di una zona detta le " Tre Torri" , mentre scriviamo ho trovato che la località  Vallefredda coincide con un paese  che oggi si chiama Vallemaio.

Infatti questo luogo prima, i monaci dell'Abbazia di  Montecassino nel 1040 la chiamavano "Vallis frigida" citata in un atto del 1040 , e guarda che coincidenza << Vallis Frigida >> viene nominata in diversi libri e tra cui in  uno  scritto di Don Vincenzo Tavernese a pag.28  del libro su San Giuliano Martire elaborato da Don Francesco Cancelli nell'anno 1989 dove però parla di Vallefredda  località Arpino ma in quella zona non esistono le Tre Torri
Nel 1057 il paese di Vallefredda oggi Vallemaio visto che era completo di mura e torri con tanto di porta di ingresso venne trasformato in "Castrum".
La parola
Castrum dalla Enciclopedia   antica Treccani il significato è
l'accampamento dell'esercito romano che, dopo ogni giornata di marcia, veniva allestito e fortificato. Così si chiamavano anche gli accampamenti permanenti utilizzati come quartieri invernali (hiberna) o come sistemazione durevole in occasione di assedi e - nell'epoca imperiale - come residenza di truppe a guardia di frontiere. I veri e propri castra erano destinati, fin dall'inizio, ad un esercito consolare di due legioni.
Il nome Vallefredda rimane attivo fino al 1932 quando poi si chiamerà Vallemaio passando nella provincia di Frosinone
La porta di ingresso insieme alle torri ancora oggi esistono e neanche a farlo apposta esiste anche la seconda porta che si trova in via delle " Tre Torri" strano sarà una coincidenza, ma rimaniamo alle parole del Tuzi che disse che il luogo di prigione non era lontano dalla città di Sora , invece per arrivare a Vallemaio che sono 62 km  a piedi ci vogliono 12 ore  di cammino , a cavallo con un carretto porta persone o oggetti  ci vogliono sette o otto ore .

La Passio parla di una prigione orrida priva di luce , i soldati lo portarono sicuramente nella località più vicina a Sora , in quando il Santo fu interrogato da Daciano due volte , quindi si presuppone che la prigione oh il luogo  era vicino a Sora , ma sopratutto alla fortezza del governatore Daciano, la dimora o il palazzo di quest'ultimo sicuramente doveva essere dove era il tempio dedicato a Marte e Minerva ossia dove oggi è la Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo




Il percorso quindi non era lungo dalla possibile fortezza di Daciano e  dove si suppone forse sia  stato il carcere del Santo nella zona di Vallefredda di Sora.
Mentre il Tuzi parla  di una località le Tre Torri forse  voleva indicare che esisteva la via delle torri oh addirittura la " Valle delle Torri "

In uno studio che da tempo ci sto lavorando sopra ho potuto notare che erano in linea retta fra loro ,infatti La torre, detta anche "torre della Marica", venne fatta erigere nel corso dell'XI secolo dai signori della contea di Sora per controllare, in collegamento visivo con la coeva torre Fullonica di Carnello
Qualcuno dice che la zona della prigione non era denominata le  Tre Torri come dice il Tuzi  ma in realtà veniva detta Tre Isole
In un libro intitolato la Civiltà Cattolica dell'anno 1882 dove viene descritto molto bene in una mappa la formazione delle Tre Isole nel territorio di Sora  ma sopratutto vengono riportati sia San Domenico sia Carnello  come luoghi in cui propabilmente i Tulli avevano dei possedimenti e delle dimore

Le Tre Isole si riconoscono in questa cartina dal segno romano che hanno inserito su questo documento uno(I) due (II)  e  tre (III) per indicare

 
I ---> Isola di  Carnello
              II ---> Isola di  San Domenico
III ---> Isola di Sora

Ai tempi di oggi  la geografia di queste isole non è cambiata per niente :



Ritornando ed escludendo le Tre Isole per quando riguarda  la prigione e prendiamo per buono  come dice il Tuzi , la zona  si chiama   Vallefredda località le Tre Torri continuiamo con la passio in quel carcere privo di di ogni cosa  il Santo fu preso per essere interrogato la prima volta davanti al governatore di Sora un certo Daciano
Daciano  disse a Giuliano << non ti vergogni  credere in un reo crocifisso e, per seguire l'abominevole setta , incorri nella disgrazia di Cesare e degli Dei >>
Giuliano
rispose immediato e disse << per la Santa religione che tu falsamente chiami abominevole setta, eccomi pronto a dar la vita piuttosto che venerare falsi Dei, veri demoni e non temo la reazione di Cesare poichè Io sono fedele a Dio e al suo figliolo Gesù Cristo >>
il proconsole Daciano alla risposta del Santo con grande ira e pieno di rabbia  comandò che fosse percosso alla bocca con pugni e sassi  , la bocca  divenne  una piaga ,alcuni denti saltarono via , ma Giuliano forte della sua Fede si raccomandava pregando e supplicando  il Signore.
Daciano vedendo che il Santo continuava a pregare, decise con tanta ira che Giuliano fosse condotto e disteso sulla preparata catasta , un congegno diabolico che le sue ossa furono frantumate attraverso urli e spasmi indescrivibili

Giuliano dopo che era stato sottoposto alla tortura della catasta , si alzò con grande stupore dei presenti e  con grande forza davanti al governatore Daciano si rivolse alle persone presenti e disse loro<<ravvedetevi,fratelli,ravvedetevi....togliete le speranze da quegli idoli che voi stessi avevate costruito e nei quali ancora credete.Vi esorto ad adorare Dio che dal nulla ha creato cielo e terra ed ogni cosa>>, quelle parole furono così efficaci che molte persone si accostarono a Giuliano e si convertirono subito al Cristianesimo .
Daciano nel vedere che la gente si accostava a quel meraviglioso giovane , decise di far riportare Giuliano in prigione per la seconda volta.
La mattina seguente giorno di lunedì 27 gennaio 161 Giuliano fu condotto di nuovo davanti a Daciano il quale esortò Giuliano in tutti i modi e cioè a rinnegare la sua religione.
Il giovane rispose fermamente che non avrebbe mai accettato e messo in pratica la richiesta offerta da Daciano.
Alla risposta di Giuliano ,il proconsole Daciano  ordinò di prenderlo e crudelmente e tormentarlo con l'eculeo

Immagini tratto dal libro di Gallonio sui Martiri


Il nome del terribile congegno deriva da equus, cavallo, talvolta denominato anche cavalletto e più tardi capra
Come funzionava , gli scrittori  di quel tempo sopratutto quelli cristiani vissuti al tempo della persecuzione sopratutto del proconsole  Daciano ,ci riportano che chi dovevano giustiziare lo mettevano legato su apposito legno  e legato ai piedi e alle mani , attraverso delle ruote i carnefici avvolgevano la fune e  i cristiani tormentati gli venivano stirate le loro ossa e muscoli , molte volte avvolgevano la fune alle ruote  fino al quinto dente con atroci urli e spasmi.
Mentre i soldati carnefici preparavano il tutto per le torture, Dio si ricordò dei suoi Santi ,i soldati carnefici in quel momento gli furono paralizzate le mani da non poter torturare Giuliano.
Daciano rimase sbalordito nel vedere i suoi soldati ridotti in quel modo e tutte le persone presenti in quel momento osannavano Giuliano, mentre si manifestava il miracolo giunse un messo a portare la notizia che il Tempio di Serapide era crollato e che la statua non solo si era infranta ma si era ridotta in polvere ,

tutti i presenti rimasero meravigliati , i cristiani seguaci di Giuliano cantavano e rendevano grazie a Dio  .
Il  proconsole  infuriato per essere stato sconfitto dall'eroe di
Cristo e assecondando la gente idolatra che lo circondava , pronunciò contro Giuliano la triste sentenza << Giuliano, mago della setta cristiana , disprezzatore delle statue che rappresentano gli Dei  e ribelle a Cesare, sia condotto nelle stesse rovine del Tempio di Serapide  e sia decapitato >>.
Giuliano condotto davanti al Tempio distrutto si piegò inginocchio e prima di essere decapitato pronunciò  << l'
Ultima Orazione >>

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